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Tradizioni di vino dal mondo: forse non tutti sanno che…
Brindisi e usanze sul bere vino in ogni angolo della Terra
Simbolo per eccellenza di convivialità, il vino fa parte della tradizione culinaria italiana da millenni. Riuscite a immaginare un pasto senza vino? Se siete amanti del nettare di Bacco e conoscete tutti i segreti sugli abbinamenti cibo-vino, la temperatura di servizio, come conservarlo, ecc., forse è ora di allargare gli orizzonti. Se ci sono tante tradizioni sul vino in Romagna, ne esistono altrettante nei diversi continenti. Partiamo per un viaggio insolito a bordo del bicchiere…
Tradizioni di vino dal mondo: forse non tutti sanno che…
Come si brinda nel mondo
Le parole per brindare
Tradizioni e credenze nel mondo
Bere vino in Italia
Come si brinda nel mondo
Il rito del brindisi è nato in Inghilterra nel lontano XVII secolo. Il vino dell’epoca non era raffinato come il nostro: al momento di berlo, si mangiava una fetta di pane alle spezie per esaltare l’aroma del vino e, allo stesso tempo, toglierne l’acidità. Le tradizioni legate al momento del brindisi variano da Paese a Paese. In Repubblica Ceca uomini e donne brindano fissandosi negli occhi, mentre è vietato incrociare i bicchieri: la pena sono sette anni di sfortuna! In Cina invece vige un vero e proprio rispetto generazionale al momento del brindisi: la persona più anziana solleva il suo bicchiere più in alto rispetto a quello del commensale più giovane. L’usanza cinese vuole che i bicchieri vengano svuotati in un solo sorso e appoggiati capovolti sul tavolo per mostrare che non è rimasta nel calice neanche un goccia di vino. In Georgia, infine, durante un pasto, i commensali brindano dalle venti alle trenta volte a ogni pasto. E gli ospiti, di qualsiasi nazionalità siano, sono sempre invitati a fare altrettanto.
Le parole per brindare
Perché brindiamo dicendo “Cin cin!”? Questo termine deriva dal cinese ch’ing ch’ing, che significa “prego, prego”. I marinai inglesi che commerciavano con la Cina negli anni imperiali lo resero come “chin chin”, un saluto confidenziale che si diffuse ben presto in tutta Europa. Col tempo la locuzione si adattò alla perfezione al suono dei bicchieri che si toccano durante un brindisi. C’è poi chi preferisce dire “alla salute”. Ma qual è il significato? Per capirlo, dobbiamo risalire agli antichi greci, quando i proprietari di un banchetto rassicuravano i propri commensali dal rischio avvelenamento, bevendo per primi e pronunciando queste parole.
Tradizioni e credenze nel mondo
Le tradizioni sul bere vino diffuse in tutto il mondo non finiscono qui. In Francia, come in Italia, il vino va versato prima alle signore e non si riempie mai il bicchiere oltre la metà. Inoltre, è sempre meglio aspettare che qualcuno ci versi del vino: farlo da soli è considerato un gesto di cattivo gusto. In Giappone bere vino è un momento di reciprocità estrema: mai versarsi vino da soli e mai lasciare vuoto il bicchiere del proprio vicino. Sulle tavole russe domina il principio del bicchiere pieno: una volta terminata la bevuta, sia bicchieri che bottiglie vuote finiscono sotto al tavolo. Ad alcuni vini sono poi riservati veri e propri rituali: in Portogallo le bottiglie di Porto vengono aperte recidendo di netto il collo della bottiglia con una pinza. Solo così si mantiene inalterato il gusto del vino e non si sollevano i sedimenti sul fondo. In India il vino è bevanda degli dei: bere vino significa conquistare un più alto livello di consapevolezza.
Bere vino in Italia
Restando in Italia, ma uscendo dalla Romagna, ci sono altre tradizioni curiose. In Veneto, in occasione del 1° agosto, si beve un bicchiere di vino bianco a digiuno appena alzati. Si narra che questa usanza protegga dal morso dei serpenti e dalle malattie. Arriva invece dal Salento l’usanza di bere vino con il finocchio, in dialetto pugliese ‘sparacina’. Del finocchio vengono tagliati alcuni ciuffetti nella parte verde superiore e vengono inseriti nel collo della bottiglia, sia fuori che dentro. A questo punto si beve direttamente dalla bottiglia: il gusto forte del vino rosso viene smorzato da quello dolce del finocchio. Ancora oggi, qualche salentino ripete questa usanza, specialmente in estate per rinfrescarsi durante le lunghe giornate calde.