Tempo di dolcezza nel piatto e nel calice

Tempo di dolcezza nel piatto e nel calice

Abbinamenti golosi tra dessert e vini dolci di Romagna

Tempo di dolcezza nel piatto e nel calice

Dessert e vini dolci, è ora di concederci qualche piccolo vizio! In questo momento dell’anno sono tante le occasioni per festeggiare senza badare troppo alla bilancia, concedendosi qualche sapore dolce in più nel piatto… e nel calice. Per chi è nato o vive in Romagna è il momento di riscoprire alcuni dolci tipici di questa terra e di scegliere il vino giusto da abbinare.

 

Dolci al cucchiaio

Iniziamo dal latteruolo, dolce della tradizione romagnola, che i contadini erano soliti portare in dono ai rispettivi padroni per la festa del Corpus Domini. Ingrediente principale, da cui deriva anche il nome, è il latte, di cui ne viene utilizzato almeno un litro. Uniti al latte, altri pochissimi ingredienti, lo zucchero, le uova e l’odore di vaniglina o di coriandoli, a formare un composto da cuocere in una teglia foderata di pasta matta.

Una volta consumata solo in occasione delle nozze o delle festività natalizie, la ricetta della zuppa inglese romagnola si è diffusa sempre di più e oggi questo dolce al cucchiaio è voce immancabile di tutti i menù della Romagna. Altamente riconoscibile per il suo colore rosso, questo dolce prevede l’utilizzo del liquore alchermes, che si usa per ammorbidire savoiardi e ciambella. A farcire la struttura formata dai biscotti, una crema pasticciera per metà al naturale e per metà amalgamata al cioccolato.

Ultimo, ma non meno importante tra i dolci tipici delle nostre tavole, è il mascarpone romagnolo. Non esiste finale di pasto senza questo dolce, che prevede una base di savoiardi bagnati nel caffè e una ricca crema di formaggio mascarpone, uova e zucchero, il tutto spolverato da golosissime scaglie di cioccolato.

Il giusto vino dolce per questi tre dessert? Vi suggeriamo il Placidia dolce, mosto parzialmente fermentato da vendemmia tardiva di Albana. Una dolcezza avvolgente, un sapore vellutato di frutta e una speziatura dolce senza eccessi sono i suoi tratti distintivi, insieme alla freschezza e al piacevole finale.

 

Ciambella e biscotti

Tra i tesori dolci della dispensa di Natale, non pssono mancare sicuramente la ciambella romagnola e i biscotti romagnoli bicolore.

Grazie alla sua forma elissoidale e alla granella di zucchero di cui è cosparsa, la ciambella romagnola si distingue facilmente da altri dolci. A base di farina, zucchero, burro, latte, lievito e scorza di limone grattugiata, la sua preparazione è estremamente facile e in pochi istanti riempie la casa con un delizioso profumo. Grazie alla sua facilità d’esecuzione la ciambella romagnola si presta a innumerevoli varianti: cacao, mele, uvetta e pezzi di cioccolato sono gli ingredienti aggiuntivi più diffusi.

Perfetti in ogni momento della giornata, dalla colazione alla merenda o come dopo cena, i biscotti romagnoli bicolore sono sia buoni che belli da vedere grazie alla loro caratteristica forma a girella. La pasta tipica dei biscotti, formata da farina, burro, strutto, zucchero, uova, latte e cacao, si unisce con la pasta al cacao, per un originale risultato estetico che non delude neanche il palato.

L’abbinamento perfetto in questo caso è con AAA, vino bianco da uve stramature di Albana. L'appassimento naturale sulla vite e l'affinamento in barrique regalano a questo vino un sapore vellutato, caldo, morbido e una lunga e intensa persistenza aromatica.

 

Pesche dolci romagnole

Con la loro forma tondeggiante e il loro colore rosso, le pesche dolci romagnole mettono subito allegria a tavola. Chiamate così per via della forma e del colore, altro non sono che due calotte di pasta, molto simili a quelle dei baci di dama piemontesi, accoppiate variabilmente con crema pasticcera o cioccolato. La ricetta si considera completa solo dopo aver imbevuto la pasta nell’alchermes e averla rotolata nello zucchero semolato.

Per le pesche vi consigliamo l’abbinamento con Gotico, mosto parzialmente fermentato rosso di Cagnina. Il sapore è deliziosamente dolce, acidulo, tannico e armonico si sposa alla perfesione soprattutto con la variante al cioccolato delle pesche.

 

Migliaccio e torta di castagne e cioccolato

Un dolce antico della tradizione culinaria romagnola è il Migliaccio. In Romagna, si dice, "del maiale non si butta via niente"... come molte altre ricette della tradizione di questa terra, questo dolce prevede l’utilizzo degli scarti della macellazione dei suini. Il sangue del maiale viene utilizzato nella preparazione del dolce: unito a latte, pangrattato, burro, spezie, cioccolata e frutta secca, daà vita a una specie di budino scuro e denso dal sapore gradevole, seppure molto forte.

La torta a base di castagne e cioccolato è un’ottima conclusione di pasto, soprattutto nelle fredde serate invernali. Ingrediente principe è la farina di castagne, che, amalgamandosi al cacao amaro, allo zucchero e al latte, forma un interno soffice e a tratti quasi cremoso.

Quale bottiglia abbinare a questi dolci? La risposta giusta è il Brunoro, vino rosso da uve stramature di Terrano refosco (Cagnina). L'invecchiamento in barrique dona un vino dal palato molto armonico, pieno, carezzevole e morbido. La dolcezza dei suoi zuccheri residui, in contrapposizione con l’elegante tanniticità, crea sensazioni affascinanti e il giusto contrafforte per sapori intensi e persistenti.