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Vedere rosa… e bere rosé
I vini rosati sono tornati di moda: scopriamo il perché
Vini rosé o vini rosati, la sostanza non cambia. Il rosa è tornato a essere negli ultimi anni un colore di moda nel mondo del vino. Da nord a sud, in Italia, nascono nuovi vini rosati o ritornano in auge vini rosé dimenticati da un po’ di tempo dagli amanti di Bacco.
Ma come nascono i vini rosé? Sono tutti uguali? E quali sono le loro principali caratteristiche? Scopriamolo insieme!
Tre modi per fare un vino rosé. Eh sì, le strade per produrre un vino rosato sono diverse, ma non tutte percorribili. Sgomberiamo il campo da una stramberia che a volte si racconta o si può arrivare a pensare: i vini rosati non nascono mescolando un vino bianco con un vino rosso! Non si può fare per fortuna, il risultato sarebbe davvero pessimo.
Il primo modo per produrre vini rosé è usare uve rosse poco pigmentate (con poco colore) o di colore rosa. Il secondo modo è quello di utilizzare un uvaggio che contenga poche uve rosse e molte uve bianche. La terza via per produrre vini rosati è utilizzare uve rosse di qualunque varietà, ma estraendo da esse poco colore. Il colore si trova quasi completamente nelle bucce: basterà separare il mosto da queste dopo un breve contatto.
Quali sono le principali caratteristiche di un vino rosé? Freschezza, golosità e grande versatilità negli abbinamenti cibo-vino. Prendiamo, ad esempio il nostro vino Roxy, un Sangiovese rosato prodotto con le uve raccolte a Bertinoro. Il suo bellissimo colore rosa cerasuolo è accompagnato da profumi fragranti di fragoline di bosco, ribes e fiori rossi e da un sapore elegante e morbido.
A tavola si abbina alla perfezione con piatti di pesce, antipasti di salumi o fritture grazie alla freschezza del Sangiovese. Ma c’è chi ama berlo mangiando una buona pizza e chi invece lo sceglie per accompagnare cibi speziati o piccanti. Insomma: a ciascuno il suo… purché ci sia nel calice un vino rosé!