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Enoturismo? Sì, ma di qualità
Accogliere vuol dire voler offrire il meglio di sé
Enoturismo: viaggiare in un territorio per scoprire i suoi cibi e i suoi vini. Negli ultimi mesi, complice la recente legge sull'enoturismo approvata in Italia, si fa un gran parlare di questo tema. Ma è una vera novità? E quali sono le condizioni per promuovere i nostri vini e il nostro territorio in modo davvero convincente ed efficace?
In realtà da sempre, al momento di scegliere la destinazione di un viaggio, tante persone guardano a cosa troveranno nel piatto e nel calice. Secondo una recente indagine dell'Università di Bergamo lo fa il 63% degli italiani, ma anche il 49% degli intervistati provenienti da Australia, Cina, Francia, Germania, India, Irlanda, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti d’America.
Ma accogliere bene vuol dire saper offrire il meglio di sè, contrastando quella formula di turismo "mordi e fuggi" che, al contrario, impoverisce il territorio. Quindi... enoturismo sì, ma che sia di qualità! Quali sono i fattori determinanti per un enoturismo di qualità? Dalla nostra esperienza in Romagna riteniamo indispensabili tre scelte:
- prodotti e vini del territorio: nel piatto e nel calice dobbiamo mettere ciò che mangiamo e beviamo
- il racconto: testimoniare la storia e le origini di ciò che proponiamo è fondamentale, perché ci si nutre non solo di cibo e di vino, ma anche di storia ed emozioni
- il tempo: non si accoglie con la fretta e l'orologio in mano, ma con il sorriso e la disponibilità a fermarsi il tempo necessario per stringere nuove relazioni e condividere bei momenti