Cagnina
Cagnina
Profumo intenso e avvolgente, sapore dolce e "carnoso".
Il più seducente fra i vini di Romagna
Riconosciuta D.O.C. o Denominazione di Origine Controllata nel marzo del 1988, la Cagnina di Romagna si ottiene dalle uve dell'antico vitigno Refosco, anche chiamato Terrano, originario della zona del Carso e dell'Istria.
Il gusto piacevolmente zuccherino ed il sapore dolce e suadente della Cagnina lo rende un vino adatto a più occasioni, in particolare di carattere conviviale per la sua indole amabile e versatile.
Ideale per essere gustato fresco, appena ultimata la vendemmia, la Cagnina di Romagna sprigiona tutti i suoi profumi e sapori in abbinamento a ricette e preparazioni dolci, come la classica e tradizionale ciambella romagnola appena sfornata o le caldarroste leggermente abbrustolite. cucinate nelle sere autunnali, nelle zone collinari e nell'entroterra romagnolo.
Si narra che...
L'origine del vitigno da cui si ottiene la Cagnina di Romagna è davvero molto antica: con ogni probabilità il Refosco o Terrano proviene dal Friuli, in particolar modo dall'area del Carso.
Furono i Romani i primi a coltivare questo vitigno e ad apprezzarne i dolci e succosi frutti. Ne è una testimonianza l'autorevole citazione che lo storico e naturalista romano Plinio il Vecchio fa dell'antenato della Cagnina nel suo trattato Naturalis Historia, risalente al I secolo. In una delle pagine dell'antico manuale si dice infatti:
“…Augusta che giunse all’età di 92 anni bevendo solo il pucino che prospera nell’ansa dell’Adriatico, non molto distante dalle fonti del Timavo, su un colle accarezzato dal mare e che dà di sé poche anfore: ne lei indicava medicamento migliore. È da credersi che questo vino sia quello che i greci celebravano con molte lodi col nome di ‘pictaton’ e proveniente dai limiti estremi dell’Adriatico”.
Pacino è, secondo quanto attestano gli studiosi antichi, la storica denominazione con cui il Terrano o Refosco era denominato dai contemporanei di Plinio.
Si narra che siano stati i Bizantini i primi a piantare questo vitigno, originario delle fertili terre della Dalmazia, in Romagna nel lontano XIII secolo. Proprio in quel periodo, infatti, erano presenti a Ravenna operai e scalpellini provenienti dall'Istria, chiamati a lavorare, nella capitale dell'Impero, le pietre calcareee destinate ai monumenti bizantini.
Grazie alla consistenza agronomica delle colline forlivesi, prevalentemente argillose e calcaree, e all'impegno dei coltivatori romagnoli, il Terrano o Refosco si sarebbe adattato poi al clima e al terreno locale, preservandosi inalterato fino ai giorni nostri.
Si dice che anche il grande poeta Carducci ne fosse un estimatore, quando trascorreva le proprie vacanze estive sui colli romagnoli.
La Cagnina di Romagna D.O.C. ai giorni nostri
Dal colore rosso rubino, venato di sfumature e riflessi violacei, la Cagnina di Romagna è un vitigno versatile a bacca nera, che ama la sferzante brezza collinare ma ben sopporta quella più frizzante delle località marine.
La Cagnina di Romagna è un vino estremamente vivace, dai profumi vinosi e intensamente floreali, che evocano l'aroma dolciastro e persistente dell'uva matura, appena spremuta e gocciolante di nettare vermiglio, ricca di suggestioni olfattive fruttate: dall'inebriante e pervasivo aroma di marasca, ai delicati sentori di lampone e ribes, al pungente e acidulo profumo di chiodi di garofano, che conferiscono al vino una nota amarognola di acidità, per un bouquet di sensazioni complesso e ricco di sfumature.
La sua consistenza dolciastra e succosa, accentuata dai residui zuccherini che caratterizzano il vino, si sposa armoniosamente con la fragranza e la freschezza della struttura, vivacizzata dalle componenti tanniche delle uve.